
Toni sorride contento. È domenica e finalmente riapre il centro commerciale. Fare la spesa di martedì o venerdì è un po’ come sposarsi o partire per il mondo in quegli stessi giorni. Porta sfiga, lo sanno tutti. Non si fa e basta. E poi Toni lavora fino a tardi il martedì e il venerdì. Allora va di domenica, al mattino presto, e sbircia oltre il vetro con le mani sulle tempie a parare la luce ed attendere qualcuno che venga ad aprire, magari prima dell’orario. Ha bisogno di un sacco di cose Toni, ma non le comprerà tutte, gli servirà una scusa buona a tornare di sera insieme alla moglie che spinge il passeggino e guarda le vetrine delle scarpe o il robot che dicono assomigli al Bimby. Anche la fila in cassa di domenica è più vera, più corposa. Sa anche questo Toni. La gente sta appiccicata e si respira addosso. Come se il covid non fosse mai esistito. Si affaccia di là dal plexiglass e chiede alla ragazza il prezzo dello scopino bianco e nero che sua moglie ha scelto per il bagno nuovo. Non gli fa terminare nemmeno la domanda la cassiera. Abbassa la mascherina e urla nell’interfono: “Un addetto agli scatizzolamerda in cassa 9!” Lo ripete due volte. Toni guarda un signore anziano dietro di lui; ha bisogno di un gesto, un piccolo gesto anche solo accennato, che gli serve a tenere a bada la ragazza, marcare il terreno e condividere quel po’ di stupore improvviso con qualcuno. È ridotta a questo la domenica di Toni: elemosinare un ghigno, un naso che s’incurva, magari un sorriso scemo da uno sconosciuto qualunque. Nel suo giorno di festa. Niente, il vecchio è intento a fare gesti con una pennellessa in una mano e una roncola nell’altra, somiglia a un guerriero ninja arrugginito. Alza gli occhi alla fine e tra la maschera e il cappello di paglia basso in fronte sussurra a Toni qualcosa che lui non capisce. La cassiera si sporge dal plexiglass e gli fa un cenno: “Signore, stia attento quando torna a casa. Il tizio dietro di lei è un giustiziere e le ha appena detto che se ne va in giro ad ammazzare quelli come lei che la domenica vengono al centro per comprarsi il vinavil, i gancetti dei quadri e lo scatizzolamerda bianco e nero. Quei colori poi…”
Toni la fissa negli occhi un secondo o due, ha un sussulto. Tira fuori dalle tasche il vinavil e i gancetti che si era fregato, lascia tutto sul nastro e scompare. Restano lì invece, sospesi in eterno tra il vetro in plastica e la tastiera coi numeri, due occhi indemoniati e lucenti di giovane donna di guardia alla vita, cinquanta centesimi che sono il resto di Toni, e uno scopino bianco e nero che qualcuno alla fine di questa domenica di sole e cemento sulla testa dovrà pure comprarsi.