
Il limite è qui. Versare parole nel vuoto di una pagina che si rifiuta di contenere strisce e lettere sistemate con riguardoso giudizio. Non scrivo se prima non sento un chiodo che buca mani e stomaco. Non c’è verità, né arte dentro la mia penna. Non vale nulla sforzarsi. L’inchiostro si lascia mescere solo quando la sua ribellione è massima. Non esegue ordini, se ne sbatte dei miei comandi. Disonora la voluttà d’idee poco significanti. La frontiera è questo. La sua linea è la fine del mio pensiero lucido. Di là, prende a riempirsi la pagina.